Ci sono luoghi che non si costruiscono solo con il cemento, ma con le scelte.
Ci sono scudi che non servono per proteggersi, ma per custodire.
Ci sono spazi – come il nostro – dove lo sport non è evasione, ma vocazione.
Dove il campo è un altare di sudore e relazioni,
dove il fischio dell’arbitro è un appello alla giustizia,
e ogni allenamento è un gesto di resistenza contro l’abbandono, la resa, la superficialità.
Lo SPO non è un semplice oratorio: è una profezia incarnata,
un’alleanza educativa che si gioca corpo a corpo con la fragilità.
Qui lo sport è linguaggio e missione, è pedagogia del limite e della ripartenza,
è lotta quotidiana per dire: “nessuno resti indietro, nessuno si perda.”
L’identità nello stemma
Il profilo dello scudo
La forma a scudo evoca la protezione, la responsabilità educativa, l’impegno militante. Chi indossa questo simbolo si riconosce in una missione: custodire, accompagnare, lottare perché nessuno si perda.
I tre archi colorati (blu, giallo, rosso)
Sono i segni di un’alleanza educativa tra fede (blu), intelligenza e formazione (giallo), passione e vita (rosso). Colori primari, fondamento di ogni altra sfumatura: educare significa generare futuro partendo da ciò che è essenziale.
Il nome “SANPAOLO”
Segno di appartenenza viva: una comunità concreta, una storia condivisa. Paolo è l’apostolo che attraversa le culture per annunciare Cristo: dinamismo, coraggio, apertura.
Il simbolo centrale stilizzato (GIGLIO e stella)
CERCHIO E LINEA
Simbolo di resistenza, identità, futuro
Un cerchio. Spesso. Imperfetto. Ma chiuso.
È l’uomo intero. La donna intera. Il giovane non spezzato.
È la comunità che abbraccia. Che non esclude. Che lotta perché nessuno si perda.
È la vita che non si arrende alla frammentazione.
Sotto, una linea netta.
È il limite. È il principio. È la base.
È la soglia tra giustizia e complicità.
È la schiena dritta di chi non cede.
È il confine che dice: non si retrocede sui diritti, non si baratta la coscienza.
Insieme, cerchio e linea, gridano un messaggio:
Educare è resistere. Vivere è restare interi. Scegliere è stare in piedi.
Ne perdantur gli umani.Ne perdantur i sogni.Ne perdantur le coscienze.
Il motto “NE PERDANTUR”
Il cuore. La sintesi di una spiritualità, una visione, una militanza. È il grido profetico di san Leonardo Murialdo, l’impegno storico della GiOC, la responsabilità di ogni educatore che sa che la dignità non si negozia.
Il numero 64
Simbolo di radicamento storico e comunitario. Forse una data, forse un riferimento generazionale. In ogni caso, è memoria viva, fondamento su cui si costruisce il futuro.
Conclusione
Questa patch non è un semplice ornamento grafico: è un manifesto da indossare.
Parla di appartenenza, di battaglia educativa, di fedeltà al carisma.
Chi la porta, cammina perché nessuno si perda.
E questo è il volto profetico dell’evangelizzazione nello sport, nella strada, nell’oratorio: un atto di resistenza educativa, una scelta di giustizia, una pedagogia del futuro.