Oratorio San Paolo

Giocare la vita, nello spirito del Ne Perdantur

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Nel cuore del Pontificio Oratorio San Paolo — là dove il rumore del pallone si confonde con la voce della preghiera e il sorriso di un ragazzo diventa vangelo — nasce oggi un segno semplice e profondo: il Decalogo, il Giuramento e il Mandato del Capitano SPO.
Non sono formule, ma parole incarnate. Non sono regolamenti, ma visioni di vita.

Il campo, per noi, non è mai stato soltanto uno spazio di gioco. È un’aula di educazione integrale, un laboratorio di umanità, una palestra di spirito. Qui lo sport non è idolatria della vittoria, ma vocazione educativa: arte di crescere insieme, di scoprire sé stessi, di imparare la fatica come libertà.

Lo sport come via di fraternità

Il Decalogo dell’Atleta SPO nasce dal desiderio di custodire questa identità. Ogni punto è un respiro del nostro cammino, una scelta controcorrente in un tempo che spesso misura il valore con i risultati.
«Gioco per crescere, non per dominare» — dice il primo principio.
E così, in ogni allenamento, si rinnova la promessa di mettere la persona prima del risultato, di vivere la squadra come laboratorio di fraternità, di riconoscere nell’allenatore un educatore e non un manager.

Il gesto atletico, allora, diventa preghiera. Giocare bene, con passione e lealtà, è già lodare Dio, che ama la vita, il movimento, la passione. È il cuore del nostro Ne Perdantur: che nessuno resti ai margini, che nessuno sia escluso, che ogni fragilità trovi un campo dove rialzarsi.

La fascia come segno di missione

Dentro questo orizzonte, il Giuramento del Capitano SPO è un atto pubblico di responsabilità educativa e spirituale.
Chi lo pronuncia si impegna davanti alla comunità a essere guida e custode di fraternità, a servire la squadra prima di sé, a sostenere chi è più fragile.
Essere Capitano nello SPO non è un privilegio: è una chiamata. È accettare di trasformare il potere in servizio, la leadership in dono, la competizione in comunione.

Il mandato come invio educativo

Con il Mandato del Capitano, l’Oratorio affida una missione, non un titolo.
Nel nome di Paolo VI, nel carisma di san Leonardo Murialdo e alla luce del Patto Educativo Globale, il Capitano riceve la fascia come simbolo di fiducia.
Una fascia che non stringe, ma abbraccia. Che non divide, ma unisce. Che non serve a comandare, ma a custodire.

«Va’ e gioca la vita, Capitano, nello spirito del Ne Perdantur».
È questo l’invito che risuona in ogni consegna: fai del campo un luogo d’incontro, della vittoria un atto di gratitudine, della sconfitta una scuola di maturità.
Promuovi il Noi sopra l’Io, l’inclusione sopra l’indifferenza, la bellezza della comunione sopra ogni rivalità sterile.

Una comunità che educa giocando

Così il Pontificio Oratorio San Paolo rinnova la propria missione educativa e spirituale.
Non formiamo solo atleti, ma persone libere, capaci di vivere la fede attraverso lo sport.
Crediamo che l’allenamento, la disciplina, la squadra, il sudore e la festa siano parte di un unico percorso di umanizzazione e di fede.

Nel tempo in cui tutto corre e si consuma, lo SPO sceglie di giocare la vita, fino in fondo.
Con la tenerezza di chi accoglie, la fermezza di chi educa, la gioia di chi crede che ogni gesto, se fatto con amore, è già vangelo.

Perché nello sport, come nella vita, vince solo chi sa donarsi.
E chi dona, non perde mai.

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